home
  projects
  ricerca
  maestri
  progetti
 

  Che cosa è il Bambù

In Giappone si chiama "také", in Cina "chu". In lingua inglese "bamboo", in italiano e spagnolo "bambù", in tedesco "bambus", in francese "bambou". Dall'abitudine di gettare giovani canne nel fuoco che, esplodendo ad intervalli regolari, tenevano lontano gli animali molesti, già in uso in tempi remoti, della quale troviamo testimonianza negli scritti di Marco Polo, potrebbe derivare la parola bam-bù.

DEFINIZIONE e CLASSIFICAZIONE.
Con il nome di Bambù si intendono tutte le Graminacee della sottofamiglia Bambusoidee. Sono piante generalmente di grandi dimensioni, lignificate con asse sotterraneo strisciante, culmi eretti, rigidi, portanti lateralmente rami ai nodi lungo i lati opposti; foglie con guaine persistenti munite di lamine lanceolate od ovato-lanceolate o ellittiche ristrette alla base in picciolo articoltao con la guaina. Infiorescenze talora grandissime, a pannocchie o spiciformi o a capolini; spighette con glume sterili spesso simili alle guaine fogliari, e le fertili munite di molti nervi paralleli; lodicole generalmente tre e perloppi grandi; stami tre, sei o molti; stili sei-tre. Si dividono in tre tribù:

1) Arundinariee, fiori con tre stami, palea con due nervi carinali, frutto una vera cariosside;
2) Bambusee, fiori con sei stami, palee con uno o due nervi carinali, il frutto una vera cariosside con pericarpo tenue.
3) Dendrocalamee, fiori con sei o pi stami, palee con uno, due o senza nervi carinali, il frutto una noce con pericarpo spesso, libero dal seme o una bacca.

Attualmente vi la tendenza ad eliminare le classificazioni complesse e contemporaneamente a non usare più i termini "tribù " e "sottotribù ". La classificazione vera e propria si ottiene operando sui generi e sulle specie.Secondo una stima approssimata pubblicata dal National Geographic le specie attualmente conosciute superano il migliaio e i generi la cinquantina.

In realtà non esiste un catalogo completo e aggiornato delle specie e nemmeno l'Index Kwensis (l'indice di tutti i generi e le specie classificati in natura) riesce a seguire il continuo sviluppo delle scoperte. Inoltre le numerosissime catalogazioni errate non permettono di avere un quadro completo della situazione. Di seguito si riportano alcuni generi e la loro diffusione geografica:

Arundinaria   Asia
Bambusa   Asia
Cephalostachyum   Asia
Chusquea   Sudamerica
Dendrocalamus   Aud est asiatico
Gigantochloa   Aud est asiatico
Guadua   Centro e sud america
Leleba   Sud est asiatico
Melocanna   Sud est asiatico
Ochlandra   Sud est asiatico
Oxytenatera   Africa e asia
Phyllostachys   Cina e giappone
Pseudostachyum   Sud est asiatico
Sasa   Asia
Schizostachyum   Sud est asiatico
Shibataea   Asia
Teinostachyum   Sud est asiatico
Tetragonocalamus   Asia
Thyrsostachis   Sud est asiatico


CARATTERISTICHE BOTANICHE
Anatomia generale e caratteristiche di sviluppo del rizoma.

Le Bambusoidee si distinguono in tre tipi, ciascuno caratterizzato da un diverso sistema rizomatoso: leptomorfo, pachimorfo, intermedio. Le piante a sistema leptomorfo e quelle a sistema intermedio crescono generalmente in climi temperati; quelle a sistema pachimorfo crescono in regioni tropicali o subtropicali. Esiste una tesi evoluzionista delle Bambusoidee secondo la quale le specie pi antiche che sono reputate progenitrici delle attuali avrebbero avuto forma leptomorfa, con periodi di sola crescita del rizoma alternati a periodi di sola crescita delle parti aeree. Le forme pachimorfe si sarebbero sviluppate in seguito in risposta a condizioni sfavorevoli. Per comprendere meglio questa evoluzione necessario analizzare anatomicamente le due forme.

Rizoma leptomorfo.
Il rizoma leptomorfo si presenta come un lungo fusto sotterraneo, simile ai culmi aerei, composto da nodi e internodi, che si estende con sinuosità più o meno accentuate in tutte le direzioni e che forma, con le sue ramificazioni, una rete sotterranea estremamente complessa. L'apparato radicale simile a quello che si trova nelle altre Graminacee; infatti la radice primaria che si forma nella plantula viene sostituita dopo breve tempo dalle radici avventizie, che svolgono sia la funzione di ancoraggio al terreno, sia quella di assorbimento. Esse si formano dai nodi dei rizomi e dai nodi dei culmi che si trovano sotto il livello del terreno.
Ogni nodo contiene una gemma e le gemme si dispongono lungo il rizoma ora su una faccia ora sull'altra, alternandosi di nodo in nodo con regolarità. Ogni gemma ha in sé la capacità di dare vita ad una nuova pianta, ma solo una su dieci riesce ad esplicare le proprie funzioni. Ogni anno almeno una gemma del rizoma si trasforma in turione o in un altro rizoma e garantisce la propagazione sotterranea. Nonostante questa forte decimazione, la quantità di nuovi germogli annuali rimane molto elevata rispetto ad altre famiglie di piante. La densità di un canneto dipende in gran parte dalla velocità con cui il rizoma leptomorfo si propaga e dalla capacità riproduttiva delle sue gemme. La velocità di propagazione varia secondo la specie e le condizioni ambientali, che possono favorirla o inibirla. Annualmente la singola ramificazione rizomatosa aumenta la propria lunghezza di 90 - 300 e anche 600 centimetri. In media il ciclo vitale di un rizoma viene stabilito in circa 10 anni, raggiunti i quali perde la capacità riproduttiva. L'età del rizoma influisce sulla rigogliosità del canneto: il periodo più prolifico quello che va dai 3 ai 5 anni di età, contrariamente, verso il decimo anno le gemme nodali si fanno sempre più rare. Il complesso di rizomi sotterranei crea una rete, di contenimento del terreno, di straordinaria lunghezza. La propagazione sotterranea dei rizomi leptomorfi avviene prevalentemente in senso orizzontale e si mantiene in una fascia di profondità ridotta. In alcune specie il rizoma affiora a tratti in superficie con formazioni arcuate.

Rizoma pachimorfo.
Si parla di rizoma pachimorfo quando questo formato da porzioni brevi e ingrossate, fusiformi, più o meno ricurve, con internodi molto brevi, asimmetrici, cioé più lunghi sul lato in cui é presente la gemma. Nei rizomi pachimorfi solo la gemma apicale produce fusti aerei, mentre le gemme laterali producono nuovi segmenti sotterranei. Questo tipo di rizoma ha quindi una struttura molto ramificata e compatta e produce fusti aerei molto vicini tra loro, per cui la pianta nel suo insieme assume un aspetto cespitoso. Le Bambusoidee dotate di rizomi pachimorfi hanno radici maggiormente addensate rispetto a quelle dotate di rizomi leptomorfi; é per questo motivo che qualora si richieda di impedire azioni erosive, in zone soggette a questo fenomeno, vengono preferiti i tipi pachimorfi.

Rizoma intermedio.
In molti testi la classificazione delle specie a rizoma intermedio viene ignorata o inglobata in quella delle specie a rizoma pachimorfo. In realtà si potrebbe interpretare il rizoma intermedio come una conferma della teoria evoluzionistica che considera che dalle specie a rizoma leptomorfo discendano tutte le altre e che i cambiamenti strutturali-anatomici siamo dovuti prevalentemente alla necessità di adattamento, da parte delle piante, a condizioni climatiche sfavorevoli.

Anatomia generale e caratteristiche di sviluppo del culmo.
I fusti, secondo le specie, possono avere un'altezza diversa, da pochi centimetri a oltre 40 metri. In certe specie i culmi hanno un solo anno di vita, nella maggior parte dei casi raggiungono i 5-10 anni. Possono essere eretti, eretti con estremità pendenti, ascendenti o largamente arcuati e si possono originare dall'apice di un rizoma pachimorfo, da una gemma laterale di un rizoma leptomorfo, da una gemma che si trova alla base del culmo o dall'apice di un rizoma leptomorfo. Il fusto delle Bambusoidee é un culmo cilindrico, suddiviso in nodi e internodi alternati tra loro. Ogni nodo separa interamente le due cavità internodali che gli sono attigue con un diaframma di tessuto parenchimatico, e dagli anelli esterni, in molti casi, si dipartono i rami. All'esterno il fusto può presentare molte variazioni di forma secondo il genere o la specie. I nodi possono essere molto prominenti o quasi invisibili, tagliati obliquamente, a forma di otre (BAMBUSA VENTRICOSA) o a forma di guscio di tartaruga (PHYLLOSTACHYS MITIS variazione HETEROCYCLA).
In alcune specie i nodi della metà inferiore del culmo presentano radici avventizie, più o meno sviluppate, che formano una serie di corone circolari conficcate a diverse profondità nel suolo, interpretabili anche come struttura di fondazione della canna in grado di resistere allo sradicamento. Gli internodi sono strettamente complementari ai nodi e presentano talvolta rugosità accentuate o, come nella PHYLLOSTACHYS BAMBUSOIDES, una scanalatura in coincidenza del ramo che si distacca dal nodo sottostante. Contemporaneamente nella porzione inferiore dei medesimi culmi non vi sono rami e gli internodi mancano della scanalatura presente nella porzione soprastante. Una caratteristica comune a molti bambù é quella di presentare degli essudati bianchi sulla superficie degli internodi. In certi casi questi sono simili alla pruina delle susine e dell'uva, in altre specie sono invece molto abbondanti, farinosi e mascherano completamente il colore del fusto. Nelle porzioni di fusto completamente sviluppate, a livello del nodo si può notare una scanalatura trasversale che circonda tutto il fusto e rappresenta il punto di inserzione della guaina fogliare. Le cavità internodali hanno dimensioni variabili, in alcune specie sono molto sviluppate, in altre sono pressoché inesistenti essendo la loro presenza in stretta connessione con le condizioni climatiche e il genere di appartenenza. La struttura é composta da cellule parenchimatiche e fasci vascolari costituiti da vasi, fibre a parete spessa e tubi a setaccio. La resistenza meccanica é quasi interamente dovuta alle fibre.
 
Le cellule parenchimatiche immagazzinano sostanze nutritive (granuli di amido) e costituiscono circa il 70% della struttura. Muovendosi verso la zona periferica i fasci vascolari diminuiscono il loro diametro e infittiscono. Tutte le cellule sono orientate parallelamente all'asse principale del culmo. Sia la parete esterna che quella interna sono ricoperte da una pellicola cerosa impermeabile, la cui presenza gioca un ruolo importante quando il materiale viene trattato chimicamente per impregnazione nei trattamenti di preservazione. Le fibre contengono il 60-70%, in peso, della parte legnosa presente nella pianta. La loro densità é maggiore nelle zone periferiche e diminuisce verso il centro, dove predomina il parenchima. Nella zona che si trova tra un quarto e un mezzo dell'altezza della pianta si nota una presenza massiccia di fibre lunghe, mature e di maggior spessore.Verso la cima la lunghezza e la maturità delle fibre decrescono. Le fibre del bambù sono molto diverse tra loro, in genere hanno forma allungata e rastremata alle estremità. La lunghezza media é di circa 100 volte il diametro. La struttura parenchimatica é presente con maggior densità negli internodi inferiori e diminuisce verso l'alto, altrettanto succede dall'interno verso la periferia della sezione. I vasi costituiscono circa il 15% del culmo, corrono parallelamente alle pareti nelle zone internodali, in quelle prossime ai nodi creano una fitta rete di ramificazioni orizzontali. L'emissione di nuovi germogli da parte delle Bambusoidee é annuale, e la stagione in cui appaiono i nuovi turioni varia con il clima e la specie. In Giappone le specie a rizoma leptomorfo emettono i turioni da marzo a giugno, i gemogli di "moso" (PHYLLOSTACHYS PUBESCENS) appaiono solitamente nelle prime tre settimane di aprile, in Liguria già dalla prima settimana. Sempre in Liguria, in Valfontanabuona la PHYLLOSTACHYS VIRIDIS MITIS emette i primi germogli in maggio. I germogli di bambù a rizoma pachimorfo appaiono, solitamente, con un mese di ritardo rispetto a quelli leptomorfi. Il turione ha forma di grosso asparago e possiede in embrione tutte le caratteristiche della canna adulta. Si può definire la crescita del bambù "a cannocchiale", in quanto gli stadi (internodi) sono tutti presenti già dalla nascita e lo sviluppo avviene solamente in altezza (i germogli escono dal terreno con il diametro definitivo del culmo), come testimonia la forma delle cellule che costituiscono la struttura del culmo. Nella stessa macchia é possibile avere una differenza di due mesi tra il primo e l'ultimo turione annuali. Le specie a rizoma leptomorfo sono caratterizzate da una velocità di crescita eccezionale. In un solo mese il culmo porta a termine il proprio sviluppo e nel mese successivo anche il pennacchio di sommità, che costituisce circa il 7% dell'intero fusto, conclude il proprio completamento. Numerose misurazioni eseguite dal Prof. Koikiro Ueda negli anni '50 hanno fatto registrare valori di crescita giornaliera superiori al metro.
Le specie a rizoma pachimorfo si sviluppano più lentamente e completano la crescita in tre o quattro mesi. Appena raggiunte dimensioni adulte inizia il processo di lignificazione che prosegue fino al secondo e terzo anno di età, entro il quinto ed il sesto la maturazione viene completata. Ogni specie possiede il proprio periodo di maturazione durante il quale le dimensioni variano leggermente insieme al peso ed al colore. In una piantagione di PHYLLOSTACHYS VIRIDIS MITIS, in Liguria, in Valfontanabuona, la maturazione avviene secondo il seguente schema: nel primo anno le canne hanno colore verde intenso e si nota la presenza sotto ogni nodo dell'anello ceroso biancastro, negli anni seguenti il culmo perde gradatamente colore passando, attraverso un verde più chiaro, al giallo paglia. Parallelamente i nodi perdono l'anello ceroso e assumono una colorazione più scura. Verso il quinto e sesto anno le canne diventano di colore bruno e, in seguito, seccano completando il proprio ciclo biologico.

Anatomia generale e caratteristiche di sviluppo dei rami
.
Le Bambusoidee presentano nella maggior parte dei casi, culmi ramificati: la zona del fusto in cui si formano le ramificazioni, le loro dimensioni e il loro andamento sono caratteristici dei singoli generi e, a volte, delle singole specie. Le ramificazioni che si formano in ogni nodo possono essere in numero di una, due o più . Esiste una teoria secondo cui le specie dotate di un solo ramo per nodo sarebbero maschili, quelle che ne possiedono due sarebbero femminili. In realtà attraverso il numero delle ramificazioni si ha solo una ulterioreindicazione circa la specie o il genere di appartenenza (per esempio la PHYLLOSTACHYS BAMBUSOIDES ha due rami per ogni nodo, alternati ora su una faccia del culmo, ora sull'altra). Nelle specie con più di due rami per nodo lo sviluppo si compie seguendo precise regole: i rametti più giovani si sviluppano alla base di quelli più anziani fino a formare un ciuffo attorno al nodo. In altre parole si ha la formazione di gemme avventizie alla base della gemma del nodo; ognuna di queste, sviluppandosi, forma un ramo. In certe specie si sviluppano solo le gemme avventizie, mentre la gemma principale resta dormiente. In alcune specie le ramificazioni sono trasformate in spine, come avviene nel caso della BAMBUSA ARUNDINACEA.

Anatomia generale e caratteristiche di sviluppo delle foglie e delle guaine
.
In corrispondenza di ogni nodo del rizoma o del fusto, si ha la formazione di foglie. Nei rizomi le foglie sono ridotte a brattee. Anche nella porzione inferiore del fusto non si hanno delle vere foglie, ma delle guaine, di dimensioni anche notevoli, che avvolgono il nodo; le guaine sono fornite, verso l'estremità superiore, di una appendice membranacea di morfologia variabile (lamina foliare ridotta), e di una ligula che presenta due orecchiette (appendici laterali poste nella porzione subapicale della guaina). Sulle porzioni superiori del fusto e sulle ramificazioni si ha la presenza di vere foglie. Queste sono composte dalla guaina, decorrente lungo il fusto e fornita di ligula e orecchiette, dalla lamina che é unita alla guaina da un peduncolo più o meno cilindrico, il picciolo. La lamina può avere forma variabile: ovale, lanceolata o lineare. In certi casi il picciolo é poco sviluppato o manca completamente, per cui la lamina si unisce direttamente alla guaina. Le lamine fogliari sono parallelinervie. Le nervature parallele sono connesse fra loro da nervature secondarie molto sottili, disposte ortogonalmente alle prime. Le Bambusoidee sono piante sempreverdi. Nelle zone in cui le precipitazioni sono distribuite in modo uniforme durante l'intero arco dell'anno, le foglie vengono prodotte continuamente; nelle zone dove la piovosità é concentrata in determinate stagioni, l'accrescimento dei fusti e la produzione di foglie si verificano solo in quei periodi. Generalmente le specie leptomorfe mutano fogliame in primavera, quelle pachimorfe in inverno. La quantità di nutrimento assorbita attraverso le foglie influenza la crescita: le specie con foglie a lamina larga crescono con maggior vigore. Quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli il bambù sviluppa foglie più larghe per proteggersi, ciò é particolarmente evidente dopo la fioritura, quando i turioni, appena rigenerati, emettono foglie di grandi dimensioni.

Anatomia generale del fiore.
Le infiorescenze si trovano o in posizione apicale o lateralmente. Sono composte a pannocchia o a spiga composta, simmetriche e presentano spighette sessili o peduncolate, contenenti uno o più fiori. Spesso il fiore apicale é sterile, mentre gli altri sono ermafroditi. Ogni spighetta presenta, alla base, due glume. I singoli fiori sono formati da due brattee esterne, le glumette, all'interno delle quali si trovano generalmente tre bratteole, le lodicole. L'andoceo é formato, nella maggior parte dei casi, da tre o sei stami; nei generi PSEUDOSASA e SASAELLA il numero varia da tre a sei; nel genere OCHLANDRA si hanno da sei a centoventi stami; i filamenti staminali sono liberi o saldati fra loro in vario modo per cui si possono avere stami triadelfi, diadelfi o monadelfi; le antere hanno forma allungata, presentano dapprima colore giallo e diventano brune al momento della deiscenza. II gineceo é supero, uniloculare e contiene un solo ovulo. Lo stilo é breve e presenta all'estremità due o tre (raramente quattro o cinque) stigmi.

Anatomia generale del frutto.
I frutti delle Bambusoidee sono secchi, indeiscenti e monospermi, ma presentano una certa variabilità nella loro morfologia. In certe specie si ha una cariosside con pericarpo sottile e concresciuto con i tegumenti seminali; in altre il pericarpo può essere spesso, duro o tenero.Talvolta il frutto può essere simile ad una castagna, con un pericarpo spesso e cuoioso.

Fioritura.
E' possibile classificare la fioritura delle Bambusoidee nelle seguenti tre classi:
- specie a fioritura annuale;
- specie a fioritura periodica, regolare di tipo gregario;
- specie a fioritura irregolare di tipo sporadico.
Alla prima classe appartengono alcune specie del genere ARUNDINARIA; della seconda e della terza classe fanno parte specie comprese nei generi PHYLLOSTACHYS e SASA. La fioritura della PHYLLOSTACHYS PUBESCENS ha, generalmente, carattere sporadico. Le specie caratterizzate da rizoma pachimorfo, presenti nelle regioni tropicali, fioriscono in modo gregario.
Ogni specie ha un proprio intervallo di fioritura, che può variare da un minimo di un anno, a un massimo di centoventi anni circa (MELOCANNA BACCIFERA 30 anni, SCHYZOSTACHIUM 30-40 anni, BAMBUSA ARUNDINACEA 30-45 anni, BAMBUSA POLIMORPHA 55-60 anni, SASA 60 anni, PHILLOSTACHYS BAMBUSOIDES 120 anni, PHYLLOSTACHYS NIGRA 120 anni). Le piante di alcune specie dopo la fioritura muoiono, altre sopravvivono.Con il termine "tipo gregario" si intende un tipo di fioritura secondo il quale tutte le piante appartenenti ad una specie fioriscono contemporaneamente, anche se situate in diverse aree geografiche; questo fenomeno subisce leggeri anticipi o ritardi dovuti alle differenze climatiche. In ogni modo il periodo che intercorre tra le prime piante in fiore e le ultime non supera i dodici mesi. Il motivo per cui i bambù muoiono dopo la fioritura é il seguente: le foglie vecchie cadono, vengono rimpiazzate dai fiori e lo stelo non ha più modo di assorbire il nutrimento attraverso i rami. L'indebolimento della parte superiore conduce in breve tempo al decadimento di tutta la pianta. Alcune specie emettono fogliame di tipo diverso e riescono a superare la crisi. Non vi é motivo di credere che il bambù muoia a causa di infezioni di qualsiasi genere. Le Bambusoidee si riproducono asessualmente per tutta la vita eccetto che nel periodo della fioritura, in questo caso producono semi come le altre piante. Il bambù a rizoma pachimorfo fiorisce, in genere, in inverno e produce i semi in primavera; quello a rizoma leptomorfo fiorisce all'inizio dell'estate e produce i semi in autunno.
Generalmente i semi di specie pachimorfa sono fertili e in grado di riprodurre i fusti; quelli di specie leptomorfe non sono fertili e la conservazione delle porzioni rizomatose sotterranee é assicurata solo dai rizomi stessi. Dopo la fioritura sia i culmi di specie leptomorfe che il sistema rizomatoso muoiono lentamente entro un periodo di due anni, tuttavia si innesca il seguente meccanismo di conservazione: nell'anno della fioritura, accanto ai culmi anziani, appaiono giovani turioni che fioriscono essi stessi. L'anno seguente nascono nuovamente alcuni esili germogli, che fioriscono come i loro compagni, ma il rizoma che li genera non é più lo stesso, é una nuova radice che si diparte dalla base dei turioni germogliati nell'anno precedente. In questo modo si ricostituisce il sistema sotterraneo che per alcuni anni emette steli esili sopravvissuti alla distruzione del canneto. Dopo la fioritura il canneto impiega circa dieci anni prima di riprendere il normale ciclo vitale. Gli studiosi del fenomeno hanno avanzato alcune ipotesi volte a spiegarne la periodicità. Si é entato di mettere in relazione la fioritura delle Bambusoidee con la comparsa delle macchie solari, ma la spiegazione più convincente é quella che accetta la possibilità di una influenza climatica, quale per esempio una forte siccità, che indurrebbe il bambù a fiorire per difendersi e assicurarsi la conservazione della specie. In ogni caso la seconda ipotesi non riesce a giustificare la regolarità con cui certe specie fioriscono periodicamente. I botanici interpretano il fenomeno della fioritura gregaria come dimostrazione della comune provenienza e dell'esistenza di un legame genetico molto saldo.
     

[ top ]
  copyright © 2014 giorgio bagnasco architetto - tutti i diritti riservati